Un allestimento scenico della più intima opera di Giacomo Puccini, di cui quest’anno ricorre il centenario della morte, riproposto in una versione che mette assieme in perfetta simbiosi, il rispetto della tradizione artistica, vocale e musicale con l’innovazione scenica.
Innovazione scenica che si traduce in scenografie virtuali ricreate in scena con l’ausilio di video proiezioni olografiche, permettendo una varietà illimitata di cambi scenografici (con i cantanti protagonisti che si muovono tra virtualità e realtà), senza le limitazioni delle tradizionali strutture sceniche, oltretutto ingombranti e necessitanti di lunghe pause tecniche, mortificanti per il pathos.
La scenografia virtuale permette di ricreare, con un effetto di “live movie” o “cinema dal vivo”, una fluidità narrativa a complemento della musica e del bel canto, con un sostenimento costante delle emozioni e del concetto drammaturgico.
L’elemento tecnologico e multimediale si estende poi oltre, anche alla possibilità, prevista da questa produzione, di sostituire l’orchestra dal vivo con una base musicale digitale, permettendo all’allestimento di essere messo in scena anche in teatri o altre strutture, sprovviste di buca d’orchestra. Questa versatilità è in linea con una delle filosofie alla base di questa produzione, e cioè poter portare l’opera anche fuori dai suoi contesti tradizionali e quindi, anche grazie al concetto multimediale che ne accresce il valore d’intrattenimento, essere anche proposta a un pubblico più vasto e anche più giovane.
L’utilizzo della tecnologia multimediale e una scenografia virtuale, permettono una rilevante versatilità nell’ambito della rappresentazione scenica e registica. Emblematico esempio in questo allestimento è la scena del “coro muto”. Nella scena dal vivo, l’artista che interpreta Cio-cio-san, si addormenta nella sua dimora davanti al mare e un cielo dominato da luna e stelle. Addormentandosi, il sogno di Cio-cio-san si materializza nella virtualità, come un’anima che si sdoppia da e lascia il suo corpo e che contempla e affronta nei suoi reconditi pensieri, davanti allo spettacolare scenario del mare e del cielo, le sue paure e i suoi tormenti, come il peso dei valori della sua cultura e della sua società, il giudizio della sua famiglia, capeggiata dallo zio bonzo. Ma che anche i suoi aneli e le sue speranze: il ritorno dal mare con la sua nave del suo amato Pinkerton.
